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Channel: decreto-legge Sblocca Italia – Gruppo d'Intervento Giuridico odv
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Le parole sono importanti.

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cafoni a Firenze

Il Consiglio dei Ministri ha approvato venerdì 29 agosto il decreto cosiddetto “Sblocca Italia” che, ha spiegato il premier Matteo Renzi, nasce “per risolvere i problemi burocratici” del Paese. Letto così distrattamente, nelle scarne sintesi riportate dai giornali e dalle tv, sembrerebbe che il Governo abbia finalmente fatto una cosa buona. Di fatto andando nello specifico si scopre che si tratta dell’ennesima truffa all’italiana e che lo “Sblocca Italia” altro non è che un “Distruggi Italia” semanticamente camuffato, ma neanche tanto. Da qualche tempo, infatti, i nostri governanti hanno preso la subdola abitudine di dare a dei pessimi provvedimenti legislativi titoli e connotazioni positive che poi non hanno alcun riscontro con i contenuti degli stessi, al solo scopo di nascondere le loro reali intenzioni. Lo “Sblocca Italia” ne è una dimostrazione lampante. Ma “le parole sono importanti”, diceva Nanni Moretti in un suo film, e non dobbiamo lasciarci ingannare. Occorre diffidare ed informarsi. Capire il senso delle parole per difendersi da esse, se occorre.

Cosa stabilisce dunque realmente questo decreto? Eccone una sintesi curata da Tomaso Montanari su “Il Fatto Quotidiano” del 6 settembre 2014.

“… L’articolo 1 prevede che l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato (…)  possa condividere con le altre amministrazioni coinvolte non una bozza, ma un progetto finale. Nel caso che esse non siano favorevoli, egli potrà decidere se i pareri avversi siano “regolari”, e quindi se tenerne conto o meno. Un potere privo di qualsiasi freno e controllo: se occorrerà bucare una montagna piena di amianto o spianare una città antica, ebbene si potrà fare. E il principio è letale: una soprintendenza non potrà più respingere un progetto perché incompatibile con la tutela del territorio, e dovrà invece comunque accettarlo.

L’articolo 5 stabilisce che si possano posare pali per reti a banda ultra larga senza autorizzazione preventiva: anche in aree vincolate paesaggisticamente.

L’articolo 10 dimezza i tempi con cui valutare la pericolosità degli inceneritori.

Vienna, inceneritore

Vienna, inceneritore

L’articolo 12 sancisce la fine della cosiddetta archeologia preventiva: d’ora in poi in caso di ritrovamenti (anche importantissimi) le soprintendenze non potranno più indicare come tutelare e valorizzare le scoperte, ma saranno costrette ad accettare le soluzioni proposte dalle ditte. Che è come chiedere alla volpe come desideri proteggere il pollaio.

L’articolo 13 stabilisce che se in due mesi una soprintendenza non riesce a esaminare una autorizzazione paesaggistica, il silenzio viene interpretato come un assenso: e si procede d’ufficio. Un provvedimento criminale: perché pretende efficienza da un corpo dello Stato che si è dolosamente depotenziato inibendo il turn over e azzerando i fondi; e perché l’inefficienza dell’amministrazione viene fatta scontare ai cittadini, che si vedono distrutto l’ambiente in cui vivono.

L’articolo 14 liberalizza in modo selvaggio gli impianti fotovoltaici e a biomasse, e le torri eoliche: per i quali non sarà necessaria più nessuna autorizzazione paesaggistica. Il che ribalta la costante giurisprudenza della Corte costituzionale, e una recente pronuncia del Consiglio di Stato per cui “il paesaggio rappresenta un interesse prevalente rispetto a qualunque altro interesse, pubblico o privato”. Insomma, un enorme regalo a imprese in alcuni casi perfino legate alla criminalità organizzata nonché la fine di quel che resta del paesaggio italiano.

L’articolo 28 bis prevede che chi vuole costruire possa autocertificare che ha fatto tutto secondo le regole, pagare una tassa e aspettare il disco verde: quella che è un’attività di controllo a tutela del territorio, diviene così una compravendita. E, si sa, il cliente ha sempre ragione. Ci si chiede con quale faccia chi approverà una simile porcheria andrà poi ai funerali delle prossime vittime delle frane e delle alluvioni causate dallo stupro edilizio del territorio.

Bosa, costa di Torre Argentina

Bosa, costa di Torre Argentina

Ma non è finita. L’articolo 45 prevede di usare lo strumento del project financing per eliminare ciò che resta del demanio: i privati potranno presentare progetti di valorizzazione di un bene demaniale, che in parte sarà dato loro in concessione per attività for profit, in parte sarà ceduto agli enti locali. E, per finire in bellezza, si dà carta bianca alle costruzioni nei campeggi, dicendo che “non rappresentano nuovi volumi o nuove superfici”. Il che consente di realizzare, senza titolo edilizio, edifici per finalità residenziali, produttive e di deposito, ma destinati alla sosta e al soggiorno dei turisti. Ma che “turisti” sono quelli che abitano e lavorano, o hanno depositi, in aree qualificate come “campeggi”?

Se ci avesse provato Silvio Berlusconi, il Pd avrebbe portato in piazza mezza Italia: e invece ora lo fa un berlusconiano doc come Maurizio Lupi, dentro un governo guidato dal segretario del Pd. “Padroni in casa propria” è il motto delle Larghe Intese al tempo di Matteo Renzi: solo che la casa, e cioè il territorio del popolo italiano, questa volta rischia di uscirne distrutta. Per sempre”.

Ecco, questo è in sintesi il Decreto “Sblocca Italia”. Certo non è che potevamo aspettarci di meglio da uno che quando era sindaco di Firenze aveva affittato il Ponte Vecchio come sala da pranzo per una festa privata della Ferrari, chiudendo le visite al pubblico, ma che questa nuova porcata fosse così grossa e per di più spacciata da Renzi come riforma epocale ce ne passa!

Il decreto insomma non è altro che un attacco mirato e convergente all’integrità del paesaggio e del patrimonio culturale italiano, a partire dai nostri centri storici. Inoltre, a leggerlo con attenzione, la rozzezza del testo legislativo fa emergere chiaramente innumerevoli elementi di incostituzionalità che riguardano gli ambiti delle competenze istituzionali, della tutela ambientale e della salute, del diritto alla casa e all’abitare. Segno che non solo i contenuti fanno schifo, ma che il decreto è stato pure scritto male!

Ormai devoti al mantra della “semplificazione” e della lotta alla “burocrazia”, le parole magiche che hanno nascosto le peggiori nefandezze dell’ultimo decennio, lo “Sblocca Italia” si rivela  permeato da una logica assassina che si può sintetizzare nell’abolizione-riduzione generalizzata di qualunque meccanismo di controllo e nell’esasperata ricerca della rapidità, secondo cui ogni concessione o permesso deve convergere su un controllore unico. Si annullano in tal modo le verifiche democratiche e i processi partecipativi, si azzera ogni progettualità che stabilisca, prima di tutto, le caratteristiche di necessità e urgenza di ogni opera dal punto di vista economico, territoriale, ambientale e sociale. Ci si fa beffe delle procedure di trasparenza amministrativa e contabile e, più in generale, si eliminano le pratiche di pianificazione territoriale, accantonata come un obsoleto strumento troppo rigido e troppo lento. Solo che qui non stiamo parlando del telefono a gettoni o del Commodore 64. Questa è la nostra storia e speriamo anche il nostro futuro!

Firenze, Battistero e Duomo

Firenze, Battistero e Duomo

All’interno del decreto, l’Urbanistica concepita dal giovane Renzi non esiste più, appiattendosi sull’edilizia e ignorando ogni finalità di qualità paesaggistica, urbana ed ambientale. Facendoci arretrare di colpo di circa mezzo secolo e condannandoci ai margini della cultura urbanistica europea e ad un rinnegamento degli stessi principi costituzionali che, all’art. 9, riconoscono che la Repubblica “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Il primo effetto negativo sarà quello di autorizzare una serie di scempi, più o meno gravi, ma diffusi, sul paesaggio, già abbastanza provato da tre condoni ravvicinati di cui ancora oggi paghiamo le nefaste conseguenze. E francamente il pavido ministro Franceschini non sembra proprio la persona più adatta a contrastare la “visione renziana” della Cultura e del Ministero dei Beni Culturali, ormai visto solo come osservatore, il più possibile silenzioso e dunque accomodante per decreto legislativo.

Il secondo effetto sarà quello di andare esattamente in direzione contraria a ciò che dovrebbe essere l’unico irrimandabile e irrinunciabile grande progetto di un governo che si rispetti: la tutela integrale del paesaggio e la diffusa, continuativa e attiva manutenzione del territorio, nonché la riqualificazione dei nostri centri urbani, opera il cui ritardo è causa ormai quotidiana di danni economici e sociali, oltre che ambientali e culturali, gravissimi.

Com’è facile comprendere, il decreto si collega a filo doppio al processo di sgretolamento già iniziato tempo addietro, quando, il Ministero dei Beni Culturali, allora guidato da Sandro Bondi, decise di abolire la Direzione Generale per il Paesaggio. Primo passo di ciò che sta ora arrivando con la benedizione delle Grandi Intese e dei patti più o meno nascosti del Nazareno.

Firenze, allestimento della Maison Pucci sul Battistero

Firenze, allestimento della Maison Pucci sul Battistero

Certo che a leggere lo “Sblocca Italia” si fa fatica a credere che questo sia stato il paese del Rinascimento e che sia stato in grado di realizzare la metà dei tesori d’arte del mondo. Ma tant’è. Ormai, infatti, il brutto dilaga e sta diffondendosi ovunque, è una metastasi. Il cattivo gusto è diventato la norma e questo è grave, perché al brutto ci si assuefa. Insomma, ci si abitua. La scala dei valori si assesta su registri sempre più bassi tanto che poi il brutto non si nota più. Si perdono gli anticorpi culturali formatisi in secoli di bellezza armoniosa realizzata dalla natura ed anche dall’uomo. Appare bello ciò che è mediocre e accettabile ciò che è brutto.

A fronte di una cultura secolare che ci ha lasciato gradevoli edifici con facciate bellissime, abbiamo contrapposto la cultura del “non finito”, del mattone a vista, del cemento, dell’infisso in alluminio anodizzato. Interi paesi della Sardegna e d’Italia hanno perso la loro identità e la loro caratterizzazione culturale seguendo un finto modernismo ignorante e brutto. E il brutto, si sa, abbruttisce e imbruttisce chi lo frequenta, che magari poi ha la faccia tosta di proporre un porcata come lo “Sblocca Italia” senza neanche arrossire per la vergogna. Continuando di questo passo del “Bel Paese” non rimarrà che il formaggio!

Ma questo è il Paese delle contraddizioni: il Paese che ci ha dato Machiavelli e Berlusconi, Cavour e La Russa, Garibaldi e Gasparri, Grazia Deledda e Maria Elena Boschi, Mazzini e Alfano, Maria Montessori e Mariastella Gelmini, Berlinguer e Renzi…

Cos’è successo di così tremendo in questi secoli per cambiare in tal modo le preferenze degli italiani?

Eboli, pubblicità vendita appartamenti abusivi

Eboli, pubblicità vendita appartamenti abusivi

Perché molti trovano bella, tanto da comperarsela, un’orrida scatola prefabbricata di 30 metri quadri, inserita dentro un alveare di altre 600 scatole tutte uguali e tutte tristemente color nausea?

Casette tutte fronte mare e con la strada dietro sono sorte dove prima c’erano solo dune di sabbia e macchia mediterranea. Paesi di mare mai esistiti lunghi 12 chilometri e larghi appena 200 metri! Paesi di seconde case in prima fila, vuote undici mesi su dodici, figlie del finto benessere dei decenni scorsi. Complimenti, stiamo riuscendo in un’impresa che pareva impossibile: recintare il mare! A breve non avremo più il lungomare ma il lungomuro!

Cos’è successo in questi ultimi sessant’anni? Perché abbiamo lasciato che assessori bustarellari e sindaci ignoranti rovinassero l’estetica delle più belle spiagge del Mediterraneo? Perché permettiamo che si rovinino le nostre montagne riempiendole di strade asfaltate e tunnel di dubbia utilità e sicuro scempio. Perché consentiamo che intere colline vengano sventrate per il profitto di pochi ed il danno di molti come stanno a dimostrare i periodici disastri che avvengono dal Veneto alla Puglia e dalla Liguria alla Sardegna?

Il più delle volte per assuefazione, ignoranza, idiozia, impotenza, alle volte anche per necessità. Chi detiene le leve del  potere lo sa e ne approfitta. Ormai il gioco è quello di sfruttare l’idiozia più che di combatterla.

Una volta si diceva: il popolo è ignorante, quindi deve essere istruito.

Badesi, dune, pubblicità immobiliare

Badesi, dune, pubblicità immobiliare

Oggi si tende a dire: il popolo è ignorante? Bene, approfittiamone! Oppure vendiamogli qualcosa!

Una volta si chiamava “qualunquista”. Ma l’uomo della strada di oggi non è qualunquista: è un emerito idiota che si beve tutto senza farsi più domande. E una mente che non fa domande prima o poi dorme perché gli sbadigli sono contagiosi. E di cervelli addormentati ormai è pieno il Paese. Alla faccia del “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta”. Qui di desto non c’è più nessuno, stanno dormendo tutti…

Sveglia! Non dobbiamo rinunciare all’uso della ragione, perché è lei la nostra amica più fidata: l’indagine razionale, è stata in passato una disciplina, ma soprattutto è stata ed è ancora oggi il migliore atteggiamento possibile. E’ la ragione che dice: “Un momento, voglio vederci chiaro. Mi dovete convincere”.

E invece no. L’irrazionalità continua a farla da padrona e la televisione è diventata l’oppio dei poveri. I poveri di Spirito, i poveri dentro, nell’animo, che si accontentano, proprio per questa carenza interiore, per questo vuoto, di quello che i canali d’informazione e i giornali di regime ”regalano” loro giorno dopo giorno, senza preoccuparsi se i messaggi gentilmente offerti dal sistema sono veri oppure no, e soprattutto se ci sono altre notizie che non vengono dette o che vengono oscurate, se ci sono altri punti di vista possibili.

Di questi tossicodipendenti catodici ormai è piena l’Italia. Chi comanda lo sa e sfrutta a proprio vantaggio la situazione imponendo presidenti, direttori, giornalisti, funzionari, ignoranti pure loro, ma posti a decidere sull’intelligenza altrui. Quello che loro propongono la gente consuma! E a seconda di ciò che consuma cresce bene o cresce male!

E poi va a votare. E visto ciò che ha in testa di solito vota male facendosi abbindolare dalle promesse e dagli annunci televisivi dell’imbonitore di turno.

E ogni riferimento al finto rottamatore Matteo Renzi, prodotto ormai avariato da vent’anni di modificazioni genetiche berlusconiane, è assolutamente voluto.

Bruno Caria

Amici della Terra

 

Iris planifolia

Iris planifolia

(vignetta di Staino, foto da mailing list ambientalista, foto pubblicitarie, Il Fatto Quotidiano, S.D., archivio GrIG)


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